11/26/2008

Stephen King, da Stagioni diverse nel racconto L'autunno dell'innocenza

Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Ma è più che questo, vero?
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via.
E potreste fare rivelazioni che vi costano, per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere, quasi, quando lo dicevate. Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.

5/30/2008

the less is more

Che la pubblicità tocchi sempre più spesso la realtà gay non è una novità. Ma, per la serie NonsoloOlivieroToscani , la campagna Philips Satinelle ice fa molto di più:

mostra un frammento della vasta realtà gay nella sua dimensione domestica.

Abbandonato il classico stereotipo del bacio fra individui dello stesso sesso e l'idea che solo nell'atto si possa identificare l'omosessualità, ecco un punto di vista - finalmente direi - diverso.

Un uomo, che è divenuto donna e che è alle prese con i problemi delle donne: la depilazione - regina madre di tutte le seccature, non seconda neppure al ciclo mestruale, ma quello è un altro discorso...

"Che cos'è l'arte se non un modo di vedere?" Thomas Berger (1924), scrittore americano.

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5/20/2008

Blocco note(s)

Aspettando di poter un giorno affermare: "Controllo la mia agenda e le faccio sapere..."
Blocco note(s), blocco appunti, blocco impegni.
Intanto sto conoscendo sempre più rumeni con permesso di soggiorno e badanti che ci salvano il culo.
Così, tanto per dire.

5/19/2008

ennui

Qualcuno, perpiacereobbligoesentitasupplica, potrebbe svegliarmi dal sonno?!
E farmi sentire un pò meno annoiata.
Un pò meno fissata. Innamorta. Disincantata. Un pò meno guardiamoci Come d'incanto alle quatro del pomeriggio Sara, un pò meno in attesa dell'ultimo film di Wong Kar wai - chè qualche sala in grazia di Dio ancora trasmette il suo fresco My Blueberry night e dovrò pur lasciare il tempo a quel disgraziato di girare un nuovo film...-
Qualcuno mi faccia sentire perlomeno una co.co.co.

1/04/2008

Lavorare stanca

Lavorare stanca.
E l'ho voluto io.
Ancor prima di sapere cosa fare nella vita- diamine che paroloni cosa fare domani piuttosto-
Ancor prima di leggere Pavese
di sapere chi fosse, che esistesse già dentro di me, nel mio potenziale empatico
Ma sto imparando l'arte d'osservare, che è ancora più spossante. E mi sarebbe piaciuto poterlglielo raccontare.
Diverso il mio modo di guardare, ora che sono stanca, ora che scruto il lavorare.
Sono una televisione, uno spazio vuoto dove disegnare,un palcoscenico en-plain-air dove farmi applaudire,fischiare. All'aria aperta che lascia aperti vuoti da non colmare. Aperto il luogo perchè lontano dal mio strato ermozionale, perchè non lo conosce - ancora- perchè non lo do a vedere. Perchè sono io quella che sta a guardare.
Lavorare stanca. Senza salario non conta. Lavorare stanca. E' una cantilena. Lavorare, frenesia, Stanca, colpa mia. Lavorare stanca lavorare accende lavorare cristallizza l' immobilità.
E apre a un luogo che vive di umano. Lavorare commuove. Osservare di più.

10/07/2007

Pro Age: Belle, over 50 e -qualche volta- un pò over size



Milano presenta, con una mostra fotografica nata dagli scatti di un eccellente GianMarco Chiericato, un supporto all’ultima trovata pubblicitaria della Dove. Intitolata “Pro Age, perché la bellezza non ha età”, l’iniziativa vuol promuovere il valore per cui: belli a qualsiasi età si può e si è, senza neppure il bisogno di nascondere rotolini di grasso o macchie della pelle. In principio fu uno spot televisivo, della Dove per l’appunto, lanciato in America; un’America che ha però dimostrato di non saper cogliere il messaggio positivo della campagna, coprendola così dell’onta della censura. Ma, aggirato l’ostacolo video, qui in Italia l’esposizione fotografica a Milano ( dal 14 settembre al 14 ottobre 2007 ), nello spazio Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, ha registrato un consenso a furor di popolo.
Ritratte senza veli, le attrici Ornella Muti, Dalila Di Lazzaro e Anna Orso, insieme ad altre sette sconosciute over 50, hanno dimostrato di voler sostenere con tutte se stesse – o per meglio dire con tutto il loro corpo- la discussa campagna Dove. La voce che traspare è quella di donne vere, consapevoli, cariche del fascino che solo l’ esperienza della vita può accrescere.
Numerosi gli interventi, fra giornalisti, psicoterapeuti, sociologi, attrici, modelle e opinionisti. Non si è lasciata sfuggire l’evento neppure il Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive Giovanna Meandri, che ha ovviato all’inconveniente di non poter essere presente sul posto, con un pronto collegamento in videoconferenza. Tutto, pur di contribuire con la propria voce ad una delle più coraggiose e necessarie campagne pubblicitarie degli ultimi anni. Per infrangere i tabù di una società del giovanilismo ad ogni costo, per un approccio positivo all’avanzare dell’età, per arricchire il proprio patrimonio culturale della maestria degli scatti di Chiericato, ma soprattutto per sensibilizzare l’opinione divertendosi. Da non perdere.

10/06/2007

I grandi perchè


Io mi domando e dico: perchè Miuccia Prada e ho detto Prada - ! - non si fa mai una messa in piega in occasione delle presentazioni delle sue collezioni di moda?

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